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Ritornano

Ritornano rondini Tiade immagini

A volte ritornano.
Come le rondini a primavera.
Il sito è sparito per qualche giorno, colpa mia.
Chi mi conosce sa bene come la burocrazia non mi stia particolarmente simpatica, come alla maggior parte della gente, salvo che ai burocrati di professione.
Scendere a valle per organizzarmi per i pagamenti on line non è come scendere al bar sotto casa, anche perché non ho un bar sotto casa, tanto meno la banca. Solo cinghiali grugnanti e a volte qualche lupo girovago.
Cosa ancora più difficile è stata organizzarmi col mio Delfino, visto che è lui l’esperto, particella imprendibile e indeterminata.
Prima la banca con tutti i suoi codici, poi le carte, altri codici, poi il tentativo di recupero del sito in zona Cesarini, ancora codici.
Infine la parte informatica, pagine, hosting, conti on line, numeri, numeri e numeri ancora.
Codici, numeri, cifre, carte e tesserini. Li odio.
Date e scadenze, troppe cose da fare e tutte insieme.

Per una come me, per cui la freccia del tempo è scandita dalle stagioni, il risveglio dalla luce dell’aurora, visto che non ho messo le persiane, la merenda dallo stomaco che chiama, è tutto innaturale, inconcepibile, snervante.
Gli unici numeri che mi piacciono son quelli degli esercizi di matematica che ancora faccio, a volte, giusto per non considerare sprecato il tempo della scuola. Almeno con quelli si può giocare.
Non posso che ringraziare Delfo e la sua (poca) pazienza, senza di lui sarei persa.

Mentre scrivo guardo i garruli balestrucci che mi frullano davanti alla finestra e si posano incerti sui fili della corrente.

Aspettano la mamma per l’imbeccata e quando la vedono arrivare si agitano, frullano l’ali e spalancano i becchi in attesa, poi si fanno coraggio e spiccano brevi voli per riposarsi subito dopo.
Partiranno a settembre, abbastanza forti per fuggire dal freddo cercando al sud terre assolate. Si poseranno a uno a uno sui fili, si chiameranno all’adunata e a un cenno convenuto spiccheranno il volo tutti insieme.
A volte ritornano.
Li invidio.

Fil rouge, la scrittura

Tiade sito - Fil rougeEcco, di lavoro ne ho fatto tanto, mi prendo una pausa a notte fonda con un po’ di jazz.
Guardo le pagine aperte sul pc e ricollego il filo che le ha legate.
La posta, Drive, un sito che descrive le fasi di decomposizione dei cadaveri, che chissà come cavolo ci sono arrivata, un paio di ricerche Google, un notes, e le pagine di un sito tra un articolo sul marketing e uno su fb.
Un’altra scrittrice. Bene.
Poi leggo i commenti e riconosco un’altra scrittrice, della quale seguo il sito, che è a sua volta presente sull’unico altro blog che leggo.
Sorrido.
Ho tre, dico tre di numero, blog interessanti salvati tra i preferiti vari, e scopro che tutti e tre sono in qualche modo connessi.
Mi rendo conto che c’è un filo comune, ognuno con le proprie specificità, lo stesso che ha visto aprirsi questo sito.
Non credo che sia solo la promozione della propria scrittura, del libro, della competenza tecnica, e quanto altro.
Vedo invece che, indipendentemente dai risultati, a vari livelli, il bisogno di scrivere non si ferma. Si trasforma in pagine anche tecniche ma da cui traspare “la scrittura”. Il carattere, lo stile, la colloquialità, come colloquiale è un libro. Si trasforma in appunti, progetti, cose nei cassetti che premono, confronti.
È un’indole. Ora mi ci riconosco, posso anche accettare l’appellativo di scrittrice, che mi era un po’ ostico, perché è quello che faccio insieme ad altre mille cose. Scrittrice, anche.
Non so cosa riuscirò a fare con questo sito, tecnicamente sono molto indietro. Se il mio informatico preferito non si da una mossa a supportarmi andrò parecchio piano.
Vorrei poter già inserire il resto del materiale, i quadri anzitutto, e fb, sì, in qualche modo mi servirà anche senza presenza, vorrei finire quel libro di oltre 150 pagine a cui mancano solo le note e un paio di immagini, vorrei “finire” e cominciare a mettere a frutto tutto il lavoro messo in cantiere negli anni, o almeno provarci, mentre cerco di rimettere in piedi il “resto”, che preme.
Intanto, anche io come tutti, curioso, mi rifletto e rifletto, scrivo, cerco e ogni tanto appunto.
Non posso che mettere in pratica le tre parole dell’anno che mi ero ripromessa.
Pazienza- se non puoi cambiare adattati:
Delfino- ma ‘ndo vai se l’informatico non ce l’hai?
Ordinare- mi ordino di mettere ordine.
A presto, spero.

Sono tre parole, “Ti Voglio Bene”…

Lavagna Tre Parole

Amo le biblioteche, anche se, purtroppo, ho poco modo di frequentarle, ma internet, se si pensa che sia un mezzo e non un fine, è proprio una grande invenzione. Un mare di nozioni pronte all’uso, senza dover scartabellare schede, nella speranza di trovare quello che stiamo cercando. Magari una spiegazione, un chiarimento.

Succede così di navigare alla ricerca di nozioni che ci consentano di fare meglio quello che già stiamo facendo, o meglio, cercando di fare. In rete manuali e tutorial non mancano ma, spesso, sono come le istruzioni per il lucido da scarpe: “Applicare, spandere, spazzolare, lucidare. Ciao, al prossimo tutorial“.

Nel mio frugare per capire qualcosa di più sulla scrittura creativa, sulla gestione dei blog, e tutto ciò che ne è il companatico, sono invece inciampata più volte nel sito di Daniele Imperi, Penna Blu, “web writer, lettore“,  ironico e cortese anfitrione, che non manca di rispondere ai commenti di chi segue i suoi articoli.
Un blog “in cui parlare di scrittura, blogging, editoria e lettura“, esaustivo, argomentato, oltre che ben frequentato.

Oggi, leggendo un suo articolo, ho decido di accettare il suo invito, quello di scrivere tre parole che siano propositi e guida per l’anno appena iniziato, il 2018.
Sì, però mi ha messo in crisi. Quali sono i miei propositi? Da una vita ne perseguo uno, tutto è finalizzato a quello, il mio Olimpo.

Ci penso un po’, lascio che i pensieri sgelino come le stallatiti al davanzale e scrivo quello che mi passa per la testa, di getto, come sempre.
Scrivere e dipingere. Ma il mio lato creativo non è un proposito, è istinto, come respirare. Devo dunque separare i propositi dal “divertimento” e dalle mere esigenze, come il “vil conquibus“.
La gestione del blog non dipende da me sola, che in realtà in quanto a materiale potrei campare di rendita con tutto ciò che ho prodotto negli anni passati, parole ed opere, ma anche dal tempo che ha il mio informatico preferito, Reddolphin, che si arrabatta tra lavoro e gestione dei siti, indi, io posso proporre, ma non disporre.
Ordinare. Seee, mi ci vorrebbero almeno cinque operai per un mese, e forse non basterebbero. Non è maturo.

R-esistenza. Beh, quello ce l’ho marchiato in fronte e non può essere per un anno solo, è una regola di vita imprescindibile.
Organizzare. Questo sì che è un proposito grosso. Il mio caos è universale. Eppure dovrò almeno cominciare da qualche parte.

Ci sono.
Pazienza. Non posso fare tutto e tutto insieme. Devo farmi passare l’ansia e dare la precedenza alle cose più importanti senza entrare nelle stanze del panico.
Delfino. Senza di lui niente blog, e se voglio che mi presti il suo tempo devo dargli il mio. Do ut des. Mi sembra giusto, anche se ha il potere di mandarmi a massa il cervello.
Ordinare. Siccome non posso ordinare la mia magione, visto che non posso usare la bacchetta magica al momento dal meccanico, comincerò con ordinare la mole di dati che ho nel pc. Decenni. Chissà che non ne esca qualcosa di editabile. Devo salvare tutto e riformattare, e via col valzer, che mi è più congegnale del tango.

Ecco, queste sono le mie tre parole per quest’anno: Pazienza, Delfino, Ordinare.
Perché il titolo “TI VOGLIO BENE”? Perché: Ti, è proteso verso il prossimo, Delfo che chiede aiuto, Daniele che offre opportunità; VOGLIO, è un verbo insito nei propositi, ché senza volontà di perseguirli a nulla servono; BENE, perché quando ci si propone di fare qualcosa si deve poi farla bene, altrimenti è meglio non farla.

Un sentito ringraziamento a Daniele, per l’invito e per l’input, e a  Delfo per lo sbattimento.
Un ringraziamento anche a Barbara Businaro che ha partecipato all’iniziativa e che mi ospita sul suo bellissimo blog Webnauta. Rivolto a scrittori, lettori e non solo, è ricco di racconti, dritte e tanto altro. Anche lei da seguire.

Tiade, 6 marzo 2018

Dai blog:

  1. 3 parole per il 2018 di Daniele Imperi – Penna Blu.
  2. Tre parole per una rotta di Barbara Businaro – Webnauta.

* Il titolo richiama una canzone di inizio novecento.