Uovo di san Giovanni

L’uovo di san Giovanni

Uovo di san Giovanni

È strano come certi ricordi d’infanzia restino più impressi di quello che si è mangiato il giorno prima. A volte basta un piccolo particolare perché quel preciso ricordo riaffiori senza confondersi con nessun altro. Un profumo, una parola, un’immagine.

Tutti gli anni, il 24 giugno, non posso fare a meno di ricordare quando, da bambina, andavo in vacanza con i miei genitori presso una signora a Sturla (Genova).
La bella casa aveva un lucidissimo pavimento in graniglia che sembrava più un mosaico romano che un pavimento moderno. Con il suo fondo scuro, arricchito di arabeschi dorati, tutt’ora lo ricordo come uno dei più bei pavimenti che avessi mai visto.

Ricordo la padrona di casa, genovese doc, e di come mi incantassi ad ascoltarla quando parlava al telefono con chi sa quale interlocutore. -“Sci, sci, alua”- erano le uniche parole che intuivo seguite da una sfilza in genovese stretto di cui coglievo solo la musicalità della stupenda lingua.

Fu lei ad insegnarci l’antica tradizione dell’uovo di san Giovanni.
Ricordo che la sera del ventiquattro Giugno prese un vaso trasparente, lo riempì di acqua e vi buttò una chiara di uovo. Lo lasciò esposto tutta la notte all’aperto e al mattino del giorno dopo, osservando le forme che l’uovo aveva creato nell’acqua, ne trasse gli auspici. Ci raccontò che era una tradizione antica che si tramandava nella sua famiglia da generazioni.
Non sempre mi ricordo di farlo, ma quando trovo il tempo, e un vaso capiente, ripenso alla signora Egizia e faccio il mio uovo di san Giovanni.

Come qualche anno fa quando si è formata quella che sembra una figura con una lunga veste e un’altra figura più piccola di fronte. Dietro di loro sembra di scorgere due alberi dalla grande base, il fusto esile e delle grandi chiome rade. Di solito ne risultano motivi che sembrano delle vele o una barca, e io non saprei trarne auspici, ma quello che ne è uscito era talmente particolare che l’ho fotografato.

Quest’anno se me ne ricordo, e se trovo un vaso sufficiente visto che non sono a casa mia, ci riprovo. Se ne esce qualcosa di altrettanto bello prometto che pubblicherò le foto.
Difficilmente chi mi legge commenta, ma sarei curiosa di sapere se conoscevate questa tradizione e se avete mai fatto l’uovo della notte di san Giovanni.

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