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Libri e Lumi

Libri e lumi

La scrittura non si sa di preciso quando e dove sia nata. Ogni popolo, fin dall’antichità, ha adottato un suo sistema per imprimere il suo pensiero da qualche parte, dalla pietra alla carta, al web, che fosse l’inventario delle greggi, la successione delle dinastie o un aforisma scopiazzato, sbagliato, e “postato” su un social.

Si trovano petroglifi, “stampe” di mani nelle grotte, testi sulla creta in scrittura cuneiforme, pergamene, rotoli in rame o in carta di papiro.
Svariati i materiali usati anche come “inchiostri”. Ocra, succo di bacche, carbone, oli e fuliggine.
Altrettanto varie sono stati gli strumenti per scrivere, dai bastoncini ai“timbri” di legno, dalle mani agli strumenti per incidere, fino alle penne d’oca che si usarono per vergare, in bella grafia, atti pubblici o romantiche lettere d’amore, che spesso impiegavano mesi, se non decenni, per giungere al destinatario.
“Scritture” realizzate alla luce di torce, lumini a olio, candele steariche, lampade a petrolio, e oggi, a quella fredda di un monitor.

 I libri, così come noi oggi li intendiamo, non erano certo alla portata di tutti, sia perché erano privilegio di casta, sia perché i più non sapevano leggere, sia perché per realizzarne anche uno solo ci volevano mesi, se non anni.
Erano scritti, e decorarti con raffinate miniature, da pazienti amanuensi. Quasi sempre però quei libri restavano nelle abazie a conforto di pochi.  Poi arrivò Gutenberg, che, se non ebbe quello di averlo inventato, sicuramente ebbe il pregio di migliorare il processo di stampa. Da quel momento divenne sempre più perfezionato e veloce, e le persone che imparavano a leggere sempre più numerose.
Insieme alla stampa presero vita anche i caratteri e gli stili, come quelli che oggi andiamo a cercare nel web e che chiamiamo “font”.

Tra i tanti stili di carattere in uso, sai perché il corsivo si chiama “italico” e chi l’ha inventato?

Puoi scoprirlo andando a leggere la presentazione del tipografo, nonché edtore, Giuseppe Antonelli, che ha pubblicato la prima traduzione italiana dell’Encyclopedie francese. Una serie di tomi realizzati in pieno illuminismo, contenenti lo scibile umano dei tempi, il cui spirito è ben palesato nell’intento di esser “utili ed a portata di ogni classe di persone”

 Il libro, insieme al sapere, viene sdoganato, esce dalla biblioteca di pochi privilegiati con la speranza di diventare per tutti, perché sappiano, perché si “illuminino”.
Uno spirito e un’intenzione più volte ribaditi in tutta l’opera insieme alla rivalutazione di quei mestieri considerati “umili”.
Da notare come sia cambiato il linguaggio in un arco di tempo non lontanissimo, un modo di esprimersi per noi abbastanza contorto, con parole e verbi arcaici, ma divertente da leggersi.