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Tre parole per il 2019

Olimpo, paesaggio

Anche quest’anno accolgo l’invito di Penna Blu a trovare “tre parole guida per il nuovo anno”.
In realtà non le ho scelte io, mi hanno scelta loro perché non può essere altrimenti.

La prima è Resistenza:

Per questa parola prendo in prestito le parole di Piero Caleffi.
“Resistenza, sì, una resistenza, una forza individuale, e per quel che si poteva, collettiva… resistenza a noi stessi, resistenza morale che consentiva talora anche la resistenza fisica”.
La prendo in prestito per me stessa, per chi come Fleba il fenicio è sopraffatto dalle onde, per chi a un cielo di stelle preferirebbe un tetto sulla testa, per chi vorrebbe non dover frugare fra gli avanzi dei mercati, per chi spera il futuro guardandolo in controluce nel buio di un’esistenza lacrimosa.
La prendo in prestito e la faccio mia trovandola, insperata, nel corpo fisico e nella volontà di non arrendersi.

E di conseguenza Resilienza:

Fatto salvo il corpo, circa, il resto tocca alla mente e non farsi sopraffare dagli eventi. Forse la Resilienza è solo cocciutaggine, la volontà ferrea di non arrendersi nonostante tutto e tutti. Rifarsi daccapo mille e mille volte. Come la casetta in Canadà incendiata da Bingo Bango, come la tela di Penelope, che almeno aveva la consolazione di una distruzione volontaria. Daccapo? Sì, daccapo.

Allora diventa Perseveranza:

Percorrere il proprio sentiero, secondo la propria indole, senza chiudersi alle scoperte e alle novità, ma senza lasciarsi distrarre dalla strada intrapresa. Tutto funzionale a uno scopo che è qualcosa di più di un sogno, e perseguirlo pensando che il tempo sia infinito. Riempire un vuoto, materiale e immateriale. È lì che voglio andare, proprio lì e non da un’altra parte. Quella è la mia meta, lo è sempre stata e lo sarà fino alla fine dei miei giorni.

Sull’Olimpo.

Sono tre parole, “Ti Voglio Bene”…

Lavagna Tre Parole

Amo le biblioteche, anche se, purtroppo, ho poco modo di frequentarle, ma internet, se si pensa che sia un mezzo e non un fine, è proprio una grande invenzione. Un mare di nozioni pronte all’uso, senza dover scartabellare schede, nella speranza di trovare quello che stiamo cercando. Magari una spiegazione, un chiarimento.

Succede così di navigare alla ricerca di nozioni che ci consentano di fare meglio quello che già stiamo facendo, o meglio, cercando di fare. In rete manuali e tutorial non mancano ma, spesso, sono come le istruzioni per il lucido da scarpe: “Applicare, spandere, spazzolare, lucidare. Ciao, al prossimo tutorial“.

Nel mio frugare per capire qualcosa di più sulla scrittura creativa, sulla gestione dei blog, e tutto ciò che ne è il companatico, sono invece inciampata più volte nel sito di Daniele Imperi, Penna Blu, “web writer, lettore“,  ironico e cortese anfitrione, che non manca di rispondere ai commenti di chi segue i suoi articoli.
Un blog “in cui parlare di scrittura, blogging, editoria e lettura“, esaustivo, argomentato, oltre che ben frequentato.

Oggi, leggendo un suo articolo, ho decido di accettare il suo invito, quello di scrivere tre parole che siano propositi e guida per l’anno appena iniziato, il 2018.
Sì, però mi ha messo in crisi. Quali sono i miei propositi? Da una vita ne perseguo uno, tutto è finalizzato a quello, il mio Olimpo.

Ci penso un po’, lascio che i pensieri sgelino come le stallatiti al davanzale e scrivo quello che mi passa per la testa, di getto, come sempre.
Scrivere e dipingere. Ma il mio lato creativo non è un proposito, è istinto, come respirare. Devo dunque separare i propositi dal “divertimento” e dalle mere esigenze, come il “vil conquibus“.
La gestione del blog non dipende da me sola, che in realtà in quanto a materiale potrei campare di rendita con tutto ciò che ho prodotto negli anni passati, parole ed opere, ma anche dal tempo che ha il mio informatico preferito, Reddolphin, che si arrabatta tra lavoro e gestione dei siti, indi, io posso proporre, ma non disporre.
Ordinare. Seee, mi ci vorrebbero almeno cinque operai per un mese, e forse non basterebbero. Non è maturo.

R-esistenza. Beh, quello ce l’ho marchiato in fronte e non può essere per un anno solo, è una regola di vita imprescindibile.
Organizzare. Questo sì che è un proposito grosso. Il mio caos è universale. Eppure dovrò almeno cominciare da qualche parte.

Ci sono.
Pazienza. Non posso fare tutto e tutto insieme. Devo farmi passare l’ansia e dare la precedenza alle cose più importanti senza entrare nelle stanze del panico.
Delfino. Senza di lui niente blog, e se voglio che mi presti il suo tempo devo dargli il mio. Do ut des. Mi sembra giusto, anche se ha il potere di mandarmi a massa il cervello.
Ordinare. Siccome non posso ordinare la mia magione, visto che non posso usare la bacchetta magica al momento dal meccanico, comincerò con ordinare la mole di dati che ho nel pc. Decenni. Chissà che non ne esca qualcosa di editabile. Devo salvare tutto e riformattare, e via col valzer, che mi è più congegnale del tango.

Ecco, queste sono le mie tre parole per quest’anno: Pazienza, Delfino, Ordinare.
Perché il titolo “TI VOGLIO BENE”? Perché: Ti, è proteso verso il prossimo, Delfo che chiede aiuto, Daniele che offre opportunità; VOGLIO, è un verbo insito nei propositi, ché senza volontà di perseguirli a nulla servono; BENE, perché quando ci si propone di fare qualcosa si deve poi farla bene, altrimenti è meglio non farla.

Un sentito ringraziamento a Daniele, per l’invito e per l’input, e a  Delfo per lo sbattimento.
Un ringraziamento anche a Barbara Businaro che ha partecipato all’iniziativa e che mi ospita sul suo bellissimo blog Webnauta. Rivolto a scrittori, lettori e non solo, è ricco di racconti, dritte e tanto altro. Anche lei da seguire.

Tiade, 6 marzo 2018

Dai blog:

  1. 3 parole per il 2018 di Daniele Imperi – Penna Blu.
  2. Tre parole per una rotta di Barbara Businaro – Webnauta.

* Il titolo richiama una canzone di inizio novecento.