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Il libro nuovo

Copertina Mattutini
A causa della truffaldineria non dimestichezza con la correttezza le leggi sulla stampa e la disciplina sul Diritto d’Autore di chi era incaricato della stampa, la pubblicazione cartacea subirà un ritardo.  Sarà mia cura avvertire chi l’ha prenotato non appena riuscirò a trovare una tipografia che intenda fare ciò per cui si propone senza tentare sotterfugi contabili.
Con l’occasione, appena avrò cinque minuti liberi, scriverò un testo a beneficio di coloro che intendono auto pubblicarsi con le informazioni di legge corrette.

E questo per oggi è l’ultimo articolo, anche perché son stufa di litigare col server.

L’immagine è un’anteprima della copertina del libro e se devo esser sincera è la mia prima copertina in assoluto. Alle critiche stabilire se sarà anche l’ultima. Ho cercato di seguire i consigli di Daniele Imperi, a cui va il mio ringraziamento, nel suo utilissimo blog “Penna Blu” dove pone la domanda “Perché non avete intenzione di fare tutto da voi, vero?”. La mia risposta è sì, gioco forza, sperando di aver fatto qualcosa di meglio degli orrori da lui segnalati, in caso contrario spero non me ne voglia.
Un ringraziamento anche a Barbara Businaro che, insieme agli ospiti del suo blog “Webnauta” , mi hanno dato le dritte giuste per non impazzire del tutto ché la cosa più complicata è stata riuscire a infilare nel testo i numeri di pagina ad hoc. Mi consola il fatto che il web è pieno di richieste di aiuto in tal senso.
Insieme alla copertina spero gradiate un piccolo estratto e il testo della “quarta”.
Per quanto riguarda l’acquisto devo ancora capire come funzionano sia il carrello che i versamenti per la stamperia. Non c’è niente da fare, sono imbranata per le cose che riescono ai più, in compenso me la cavo in cose che i più spaventerebbero.
So che non farò in tempo a sistemare il carrello e gli estremi per i pagamenti per Natale, meno che mai a spedire per tempo, anche se non ho l’illusione di vendere alcunché, occasione persa, ma almeno mi levo la soddisfazione di mostrare le mie fatiche sperando siano apprezzate.

Che dite, me lo merito un caffè caldo?
Alla prossima.

Tiade


Mattutini e polvere da sparo – Massimo Visconti – pg. 160 – € 13.00

È al mattino presto, quando il creipuscolo appena rivela la luce, o quando ancora il buio avvolge il silenzio, che pensieri e ricordi affiorano pervasi di malinconia scherzosa.
     Presente e passato si mescolano, ma l’animo paventa il futuro. Grillo parlante e unica confidente, la gatta Carabina.
     Il tempo è scandito dalle stagioni e “l’orologio di Dio” è il cachi selvatico che troneggia nel parco del poligono di tiro.
     Nello sfogliarsi dei rimpianti, e della vita, il Leopardo conquista la sua vetta, lasciando dietro di sé orme indelebili.

Mattutini estratto - Mattutino

Mattutini estratto - Donne

Libri e Lumi

Libri e lumi

La scrittura non si sa di preciso quando e dove sia nata. Ogni popolo, fin dall’antichità, ha adottato un suo sistema per imprimere il suo pensiero da qualche parte, dalla pietra alla carta, al web, che fosse l’inventario delle greggi, la successione delle dinastie o un aforisma scopiazzato, sbagliato, e “postato” su un social.

Si trovano petroglifi, “stampe” di mani nelle grotte, testi sulla creta in scrittura cuneiforme, pergamene, rotoli in rame o in carta di papiro.
Svariati i materiali usati anche come “inchiostri”. Ocra, succo di bacche, carbone, oli e fuliggine.
Altrettanto varie sono stati gli strumenti per scrivere, dai bastoncini ai“timbri” di legno, dalle mani agli strumenti per incidere, fino alle penne d’oca che si usarono per vergare, in bella grafia, atti pubblici o romantiche lettere d’amore, che spesso impiegavano mesi, se non decenni, per giungere al destinatario.
“Scritture” realizzate alla luce di torce, lumini a olio, candele steariche, lampade a petrolio, e oggi, a quella fredda di un monitor.

 I libri, così come noi oggi li intendiamo, non erano certo alla portata di tutti, sia perché erano privilegio di casta, sia perché i più non sapevano leggere, sia perché per realizzarne anche uno solo ci volevano mesi, se non anni.
Erano scritti, e decorarti con raffinate miniature, da pazienti amanuensi. Quasi sempre però quei libri restavano nelle abazie a conforto di pochi.  Poi arrivò Gutenberg, che, se non ebbe quello di averlo inventato, sicuramente ebbe il pregio di migliorare il processo di stampa. Da quel momento divenne sempre più perfezionato e veloce, e le persone che imparavano a leggere sempre più numerose.
Insieme alla stampa presero vita anche i caratteri e gli stili, come quelli che oggi andiamo a cercare nel web e che chiamiamo “font”.

Tra i tanti stili di carattere in uso, sai perché il corsivo si chiama “italico” e chi l’ha inventato?

Puoi scoprirlo andando a leggere la presentazione del tipografo, nonché edtore, Giuseppe Antonelli, che ha pubblicato la prima traduzione italiana dell’Encyclopedie francese. Una serie di tomi realizzati in pieno illuminismo, contenenti lo scibile umano dei tempi, il cui spirito è ben palesato nell’intento di esser “utili ed a portata di ogni classe di persone”

 Il libro, insieme al sapere, viene sdoganato, esce dalla biblioteca di pochi privilegiati con la speranza di diventare per tutti, perché sappiano, perché si “illuminino”.
Uno spirito e un’intenzione più volte ribaditi in tutta l’opera insieme alla rivalutazione di quei mestieri considerati “umili”.
Da notare come sia cambiato il linguaggio in un arco di tempo non lontanissimo, un modo di esprimersi per noi abbastanza contorto, con parole e verbi arcaici, ma divertente da leggersi.